SOGNARE

Casa di Benedetta rappresenta il più grande sogno dell’Associazione Abakhi. Il progetto prende avvio grazie alla concessione, da parte dei Padri Monfortani di Reggio Calabria, di un immobile, nel dopoguerra orfanotrofio, all’interno del loro
Parco, sito nel cuore della città. Da quel momento nasce e inizia a prendere forma l’ambiziosa idea di poter dare una casa, un nido e un ambiente familiare, stimolante e sano a bambini e ragazzi in difficoltà, in cui possano intraprendere un percorso di
crescita secondo le loro attitudini e potenzialità, un cammino evolutivo che regali loro nuove prospettive. Talvolta le difficili condizioni di vita e le situazioni di marginalità privano i ragazzi anche del sogno, di quella capacità di librarsi tra le fantasie per immaginare un futuro migliore: è per loro che i soci dell’Associazione Abakhi, sostenuti anche da associazione, fondazioni, gruppi, volontari e cittadini, si impegnano quotidianamente mettendo a disposizione tutte le forze e le energie, affinché si possa, passo dopo passo, concretizzare una nuova dimensione ricca di umanità, solidarietà e fratellanza, senza barriere o condizionamento pregiudiziale alcuno.

COSTRUIRE

La casa è diventata così un laboratorio, dove percorsi di messa alla prova di minori e adulti ha consentito loro di prendersi cura del bene comune e alla casa di lasciare un segno fatto di persone. Grazie all’entusiasmo, alla condivisione del progetto e alla sua portata emotiva, simbolica ma anche rivoluzionaria sul piano dell’azione, gruppi di volontari, provenienti da ogni parte d’Europa, hanno voluto incontrare  l’Associazione Abakhi per poter ascoltarne la storia, l’idea progettuale, la visione, le esperienze, per vivere personalmente la Casa e apportare il proprio contributo attraverso, ad esempio, piccoli lavori di manutenzione e di cura del verde. I lavori di messa a norma e di adeguamento alle normative vigenti, sono durati quasi tre anni e hanno richiesto un grande sforzo di energie, anche economiche. I lavori eseguiti hanno previsto: nuovi impianti idrici ed elettrici, nuove tramezzature, la realizzazione ex novo di 7 bagni, realizzazione di una cucina industriale, una lavanderia, rifacimento di una buona parte di pavimentazione, rifacimento di tutta la tinteggiatura della casa, impermeabilizzazione della terrazza, impianto di climatizzazione caldo/freddo, pannelli per il solare termico. Inoltre, la casa è stata allestita con mobili nuovi: soggiorno/refettorio, camere dei ragazzi con letto, comodino, armadio e scrivania. L’associazione Abakhi ha sulle spalle un debito di € 40.000 nei confronti della ditta che ha eseguito i lavori di ristrutturazione e adeguamento. La stessa credendo nei valori del progetto ha deciso di farsi carico dei costi pur di aprire le porte della comunità ai ragazzi. E’ giusto, adesso, ripagare gli sforzi fatti.

AGIRE

In questa dimensione, il simbolico e il piano operativo si mescolano e il progetto si fa segno estremamente tangibile di cambiamento e di amore verso ragazzi: è proprio questa la motivazione per cui la struttura porta il nome di Benedetta Nieddu del Rio, una giovanissima ragazza reggina scomparsa pochi anni fa a causa di un brutto male, i cui genitori hanno costituito, in sua memoria, la fondazione “Benedetta è la vita” che ha deciso di investire nel progetto dell’Associazione Abakhi in modo indescrivibile e straordinario. Casa di Benedetta, ufficialmente inaugurata nel luglio 2020, ospita una comunità residenziale socio-educativa accreditata per minori a rischio devianza e/o con situazioni familiari inadeguate sul piano educativo. La casa oggi è piena di vita, vissuta dai minori ospiti, provando così a dare una nuova possibilità alle loro vite.

Qui il video dell’inaugurazione di Casa di Benedetta: VIDEO


“Casa di Benedetta è l’Italia che vogliamo costruire, il paese nel quale crediamo.

Casa di Benedetta è il nostro modo di conservare l’umanità, di accogliere l’umanità, la più fragile, la più indifesa, e salvarci insieme.

Una casa in cui accogliere bambini e ragazzi che vivono situazioni di difficoltà, in cui avviare con loro percorsi di formazione e inserimento lavorativo,

restituendogli la speranza di un futuro migliore.

Una casa che rispecchia il mondo in cui vogliamo vivere:

ricco di vita, aperto all’incontro, plurale, di tutti.”