Casa di Benedetta rappresenta il più grande sogno dell’Associazione Abakhi.
Il progetto prende avvio grazie alla concessione, da parte dei Padri Monfortani di Reggio Calabria, di un immobile, nel dopoguerra orfanotrofio, all’interno del loro Parco, sito nel cuore della città.
Da quel momento nasce e inizia a prendere forma l’ambiziosa idea di poter dare una casa, un nido e un ambiente familiare, stimolante e sano a bambini e ragazzi in difficoltà, in cui possano intraprendere un percorso di crescita secondo le loro attitudini e potenzialità, un cammino evolutivo che regali loro nuove prospettive.
Talvolta le difficili condizioni di vita e le situazioni di marginalità privano i ragazzi anche del sogno, di quella capacità di librarsi tra le fantasie per immaginare un futuro migliore: è per loro che i soci dell’Associazione Abakhi, sostenuti anche da fondazioni, volontari e cittadini, si impegnano quotidianamente mettendo a disposizione tutte le forze e le energie, affinché si possa, passo dopo passo, concretizzare una nuova dimensione ricca di umanità, solidarietà e fratellanza, senza barriere o condizionamento pregiudiziale alcuno.
Casa di Benedetta, pur non essendo ancora ufficialmente attiva, è già un punto di riferimento per molte realtà cittadine e si configura, nel panorama sociale reggino, anche come un forte simbolo di accettazione delle fragilità e di dedizione da parte dei volontari che, in un contesto sempre più variegato e difficile, operano quotidianamente in prima linea provando gioia per ogni mattoncino spostato, per ogni secchio di sabbia riempito, per tutti i piccoli ma al contempo immensi traguardi che, giorno per giorno, rendono sempre più visibile e concreta la realizzazione della struttura e dell’idea costantemente più radicata nella mente dell’Associazione.
Grazie all’entusiasmo, alla condivisione del progetto e alla sua portata emotiva, simbolica ma anche rivoluzionaria sul piano dell’azione, gruppi di volontari, provenienti da ogni parte d’Italia, hanno voluto incontrare l’Associazione Abakhi per poter ascoltarne la storia, l’idea progettuale, le esperienze, per vivere personalmente la Casa e apportare il proprio contributo attraverso, ad esempio, piccoli lavori di manutenzione e di cura del verde.
In questa dimensione, il simbolico e il piano operativo si mescolano e il progetto si fa segno estremamente tangibile di cambiamento e di amore verso i ragazzi: è proprio questa la motivazione per cui la struttura porta il nome di Benedetta, una giovanissima ragazza reggina scomparsa pochi anni fa a causa di un brutto male, i cui genitori hanno costituito, in sua memoria, la fondazione “Benedetta è la vita” che ha deciso di investire nel progetto dell’Associazione Abakhi in modo indescrivibile e straordinario.
“Casa di Benedetta è l’Italia che vogliamo costruire, il paese nel quale crediamo.
Casa di Benedetta è il nostro modo di conservare l’umanità, di accogliere l’umanità, la più fragile, la più indifesa, e salvarci insieme.
Una casa in cui accogliere bambini e ragazzi che vivono situazioni di difficoltà, in cui avviare con loro percorsi di formazione e inserimento lavorativo,
restituendogli la speranza di un futuro migliore.
Una casa che rispecchia il mondo in cui vogliamo vivere:
ricco di vita, aperto all’incontro, plurale, di tutti.”